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Adoro il campo dietro casa. Amo osservarlo in tutte le stagioni. È il mio spazio di contemplazione. Mi bastano davvero pochi istanti; lascio che lo sguardo si nutra di bellezza e già mi sento diversa.

In queste settimane si è tinto del giallo del tarassaco: un dono prezioso quello di ricordarmi che esiste un sole anche in basso, anche tra il fare quotidiano, tra le cose ripetitive e sbiadite. Mi ricorda che è il mio modo di pormi davanti alla realtà a fare veramente la differenza. È mia la responsabilità di stare nell’apertura; mia quella di rinforzare il legame con quell’energia divina che tutto pervade senza distinzione; mia quella di saper cogliere la sacralità del tessuto della vita in ogni frangente.

In questo mese ci stiamo dedicando a pratiche rigeneranti, che stimolano il corpo, le emozioni e il pensiero ad attivare la forza della rinascita, a sentire l’energia in tutte le sue manifestazioni. Per imparare a coltivare quel sole dentro e nello stesso tempo per permettersi di ricevere la luce fuori.