Non sono la ripetizione dei gesti e delle parole, l”allucinante successione delle stagioni a logorarci, ma la nostra assenza lungo il cammino, la mancata presenza al miracolo continuo”.

Ripenso alle parole scambiate prima e dopo le lezioni di questa settimana. Frangenti di vita che spesso tormentano la testa e il cuore, mettendoci alla prova ad ogni età.

La nostra pratica è davvero un rifugio e un sostegno importantissimo: è un luogo delicato da preservare con tanta cura e dedizione.

Per questo lo yoga è disciplina. Lo è fin dall’origine, fin dentro le sue radici etimologiche.

Disciplinarsi è ricordarsi che la prima assoluta necessità è sempre quella di riconnettersi alla fonte, al cuore, al silenzio, a qualcosa di più grande, così da poter rispondere alla vita al meglio delle nostre capacità, con tutta la presenza e l’interezza di cui siamo capaci.

È darsi valore e dare valore a tutto ciò che attraversa i nostri giorni, facile o difficile, bello o meno bello che sia.

La nostra disciplina ci aiuta a camminare e a meravigliarci.

 

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