La filosofia indiana ci racconta che siamo costituiti da due principi, prakṛti e puruṣa, due nature che si intrecciano in noi e che interagiscono continuamente, a volte in modo armonico, a volte disarmonico.

Prakṛti, tradotto come materia, non riguarda solo quella concretezza che potremmo identificare nel corpo fisico, ma anche i nostri pensieri e le nostre emozioni sono prakṛti .

Prakṛti è quella parte di noi che potremmo definire la nostra personalità, cioè tutto ciò che fin dalla nascita ci ha fatti diventare così come siamo oggi. Prakṛti è un qualcosa che cambia continuamente e sempre si rinnova in base alle esperienze, alle opinioni, ai gusti.

Puruṣa, il puro spirito, rappresenta di noi invece l’essenza più vera. Puruṣa è la parte più profonda, intoccata, pulita, stabile e universale. È ciò che ci accomuna gli uni agli altri, è ciò che ci fa sentire infiniti perché appartenenti al mistero.

Quasi sempre ci dimentichiamo dell’essenza.

Troppo spesso ci confondiamo, credendo di essere solo quella parte che prova emozioni, sensi di colpa, ferite, paure, che lotta , che ricade negli stessi errori e nelle fragilità.

Quasi sempre nel nostro rapportarci a qualcuno ci confrontiamo solo con la personalità e non con l’essenza e il cuore che siamo.

In queste settimane in cui sento forte la necessità di chiarezza dentro e fuori di me, arriva come un sole la stessa domanda:

Cosa scelgo di portare avanti?

Arriva come un sole ad illuminare scelte, rapporti, comunicazioni.