Nei miei studi di filosofia all’università ho sempre cercato quei corsi che parlassero più al mio cuore che alla mia mente, che mi nutrissero e mi aiutassero a dare un senso al mio essere qui, più che riempirmi la testa di idee o concetti spesso incomprensibili.
Quando sono approdata allo yoga ho trovato perciò bellissimo che ci fosse questo continuo e semplice intreccio tra l’aspetto più filosofico -la riflessione sulla vita – e la parte più tangibile e carnale che siamo.
Questo stare nel finito occupandoci dell’infinito è sempre qualcosa che la nostra pratica ci invita a raggiungere e a sperimentare anche nella quotidianità.
Le lezioni di questi giorni, dedicate a quel vento che dal primo istante ci abita e ci anima incessantemente, stanno facendo nascere tante riflessioni e sensazioni in me e negli allievi.
Quando più ci diamo la possibilità di sentire per davvero quello che ci scorre dentro, tanto più siamo capaci di accorgerci di quanti e quali schemi, credenze e definizioni ci tolgono energia.
Così mi affido al respiro per lasciar andare, per imparare a fidarmi di più, per ricordarmi che la vita mi nutre fin dall’inizio, per stimolarmi ad essere sempre nuova, leggera e innamorata, per conoscermi senza ripetizioni.
Grazie respiro maestro.