Tutta la tradizione indiana afferma che l’Essere è l’unica realtà esistente. Il divino è cioè presente in tutte le cose, da quelle più misteriose a quelle più tangibili, da quelle più splendide a quelle più terribili.
Siamo sempre noi a volerlo cercare nei luoghi più elevati e perfetti, nelle situazioni più belle, nelle esperienze più memorabili. Siamo sempre noi in realtà a creare una distanza, a rincorrere una nostra idea di Dio piuttosto che vederlo nella realtà e nella semplicità della vita.
La nostra pratica in tanti modi diversi – dalle posture, ai gesti, ai mantra -ci aiuta invece a ricordarci che possiamo continuamente contattarlo, che instancabilmente questa sorgente si offre a noi.
Chinmudrā, unisco pollice e indice per ricordarmi che devo essere io a fare un passo, che devo essere io capace di scoprirlo dentro a ogni  momento che attraverserò o persona che incontrerò. Che devo essere io, istante dopo istante, a risvegliarmi e a ribaltare il mio sguardo.
Chinmudrā: una chiamata trasformativa.