Dovremmo tornare alla sapienza degli antichi, a quella del mondo greco o indiano, a quella che ci ricorda che prendersi cura di sé significa in primis prendersi cura della propria anima e di ciò che è essenziale.
Stamattina è emersa una parola dal lavoro con una cara allieva: guarigione.
Lavorare su corpo ed emozioni, imparare a rispettare la ciclicità del nostro essere  donne, recuperare un contatto con un pensiero stabile e sano, riconoscere che dentro di noi c’è una saggezza profonda e antica che va ascoltata prima di qualsiasi opinione o suggerimento altrui, saper perdonare come meraviglioso volo di libertà del cuore.
In poche parole recuperare la nostra integrità.
Mi chiedo: dove mi sento colpita e cosa posso fare per prendermi cura delle mie ferite senza cadere nel vittimismo o all’opposto nella loro negazione?
Osservavo il mio albero farsi color dell’oro in questi freschi giorni d’autunno.
Qual è la sua integrità?
Non c’è una meta, ma una costante trasformazione.
E’ il viaggio ad essere prezioso.
E’ il viaggio ad essere d’oro.