“Lascia che la mia vita vada avanti così com’è, lungo la direzione che brama seguire.
Tieniti la tua conoscenza, la tua filosofia, la tua spiritualità, la tua scienza, la tua condotta sociale, la tua religione.
Lascia che la mia vita scorra splendidamente come quella di un bambino
…
Non legarmi con le tue regole sociali
Non influenzarmi con le tue religioni
Non trascinarmi giù con le tue convinzioni
Lasciami in pace
Lasciami essere “
Le prime e le ultime righe della lettura di questa settimana.
Parole che appartengono a qualsiasi età; meglio, parole che appartengono a quel qualcosa che non ha età.
Seguire il proprio fuoco interiore, seguire quel richiamo che arriva dalla parte più profonda della vita e che ci chiede di dargli riconoscimento, valore e spazio, è forse il compito più importante e insieme il più difficile.
Le pratiche di queste due settimane sono state una ricerca verso questo obiettivo. Abbiamo alimentato quel fuoco a partire da uno spazio fisico ben preciso, fino a sentire il corpo farsi via via più forte, caldo e coraggioso. Abbiamo indirizzato il nostro sguardo, ripulito la gestualità per non disperderci.
Affidarci a quel fuoco che non ha filosofie, né convenzioni, né religioni, resta davvero l’impegno più bello.
Me le ripeto ogni volta che i dubbi e il passato vogliono farmi vacillare, vogliono farmi fermare:
“Ho un fuoco interiore da custodire”
“Ho un fuoco interiore da custodire.”