“Si può, sai, stando qui, stando molto fermi, sostenere una stella.”
I palmi verso l’alto nel gesto dell’offerta di fiori, la fronte a terra ad onorare il nostro sentiero, sempre e comunque.
Abbiamo iniziato così le lezioni della scorsa settimana.
È stato il nostro gesto per incontrare il Natale. E’ stata la conclusione più naturale del percorso che ci ha accompagnate fin dentro l’inizio dell’inverno, dal sentire le diverse parti del corpo farsi stabili e morbide, acquistando via via fiducia; fino a lasciarsi sbilanciare e portare, sentendo la fiamma splendere dentro.
“Stando molto fermi si può adorare… Si può fare cuore col cuore della terra. Si può spezzare in infinità l’umana particella di carne. Scatenare il potenziale atomico che sta in ogni scaglia della nostra pelle. Festeggiare da lì la presente – nostra – eternità.”
L’asana può diventare la preghiera del corpo alla vita se sappiamo ascoltarla. Può diventare l’inizio di un racconto di comunione con ciò che è sempre distante dal nostro quotidiano fare.
“Si fa un atto di fede, stando fermi. Si dice: credo in ciò che non si vede, so che non sono sola adesso in questa camera senza nessuno, so che nel vuoto apparente c’è una corrente feconda, una mano che guida la mia mano, una mente di creazione. So di non sapere il mistero del mondo. E so di preservarlo per la fecondazione d’ogni vivente.”
Che questi giorni di festa, di doni, di candele accese e di brindisi, riescano ad essere per noi anche l’occasione di un caldo e accogliente ascolto.
So-stare per sentire, per nutrire, per accorgerci della già presente luce divina in noi.