La mia piccola luce sul Gange prima che sorgesse l’alba e la mia piccola luce dopo il rito del tramonto in uno dei tanti affollati ghat.
Varanasi ha un effetto magico e potente. Ci si accorge immediatamente di come il sacro possa avvolgere ogni cosa in una continua mescolanza di gesti -dai riti di purificazione, ai canti devozionali, alle pire funebri-  che concorrono a ricordarci come vita e morte siano sempre nell’Uno e mai nel due.
Ogni giorno instancabilmente si dona il proprio lumino al fiume sacro, pregando Ganga, la dea, madre di ogni cosa.
.
Oggi in questa ultima domenica d’avvento, ripenso a queste piccole luci. La mia insieme a quella di tanti altri.
Desidero che questo sia il mio prepararmi al Natale.
Desidero lasciare che la mia luce compia il suo viaggio senza mai trattenerla solo per me;
desidero affidarla ad ogni momento che arriverà, sia che mi parli di alba, di inizio, di nuovo, di sicurezza; sia che mi parli di tramonto, di oscurità, di difficoltà e confusione.
Che sia questa dolce attesa nutrimento di salda fiducia,
che sia questa salda fiducia l’attesa del viaggio più bello.