“Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l’abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me.
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.”

Qualche riga da una poesia che abbiamo letto questa settimana per l’inizio delle nostre lezioni. Affinché la nostra mente sia capace di vera attenzione bisogna imparare a sgomberare lo sguardo da tutto ciò che lo rende opaco: la pretesa di sapere, la paura di non sapere. E da questa postura ricettiva imparare ad osservare la realtà, il mondo, le persone.

“Io non ho filosofie: ho i sensi.
Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che essa è,
ma perché l’amo, e l’amo per questo
perché chi ama non sa mai quello che ama, né sa perché ama, né cosa sia amare…
Amare è l’eterna innocenza,
e l’unica innocenza è non pensare.”

Imparare a vedere cosa spesso ci blocca, cosa ci guida alla meccanicità invece che alla libertà, cosa non ci permette di brillare, di osare, di sentire.

Abbiamo bisogno di ritrovare nella nudità del nostro sguardo un contatto semplice e vero con tutti quei lati di noi che faticano a vivere ed iniziare a guardarli con la stessa tenerezza con cui contempliamo un fiore.

Questo deve essere infine il nostro compito: imparare a vedere tutto, sempre, con gli occhi dell’amore.