L’ho sentito oggi mentre ridevo con un’amica in bicicletta. Ho sentito quant’è importante recuperare la gioia. Quella vera. Quella che non arriva da traguardi o soddisfazioni, che non ha bisogno di condizioni. Semplicemente è già lì.
Già in noi.

L’india la chiama ananda.
Ha un nome tutto suo per ricordarci che è una gioia libera.
Non fa compromessi, non ha aspettative, non desidera alcunché.
Per questo è una gioia divina.

Possiamo imparare a coltivarla entrando in una dinamica che non segue i pensieri nel loro cercare. Non si lascia rinchiudere dentro a condizioni, non si lascia attrarre.
Possiamo imparare ad abitarla lasciandoci semplicemente portare dalla vita che costantemente si rinnova e che continuamente si presenta a noi per meravigliarci.
Ho riso, ricordando a me stessa che se c’è una leggerezza anche dietro alle cose più difficili e buie, ho il dovere di espanderla: per me, per gli altri, per il mondo intero.
Così ho corso e riso di più.