Mi fa sempre molto sorridere quanta semplicità ci sia dietro l’insegnamento dei grandi maestri. Quanto spesso usino esempi quotidiani, quasi banali, per dirci delle cose in realtà molto profonde. Thich Nhat Hanh, poeta e monaco buddhista vietnamita, usa come esempio la cottura delle patate per parlarci della nostra rabbia, informandoci in modo assolutamente genuino ma efficace, che non dobbiamo togliere nulla da noi e nemmeno aggiungere, ma unicamente trasformare ciò che già c’è. Quanta leggerezza mi attraversa grazie a questi insegnamenti. Quanta pace trasmette il sapere di non dover combattere le cose dolorose che ci portiamo dentro perché sono la materia prima del nostro lavoro di liberazione. Sono proprio quelle sofferenze, quei problemi, quei dolori, a permetterci la vera trasformazione. Ecco, mi trovavo in cucina oggi e mentre preparavo il pranzo per questa domenica di sole, tra ortaggi, impasti e Thich Nhat Hanh, ho ringraziato e gioito per quella forza interna, che troppo spesso ci è sconosciuta, che ci permette di scegliere e di convertire ciò che più ci appesantisce in ciò che più ci eleva.