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Ecco il suo progetto.
Uscire dalla logica che incatena,
creare un varco,
anche piccino,
tra un respiro e l’altro,
tra parti distanti del corpo
quand’è abitato da presenza.
Fermarsi e guardarsi bene:
è la Vita che ci ha voluti fortemente qui
dovremmo sentirci re tra i re.
Accorgersi di quant’è distante il mio volere dal volere del mondo
e colmarne la lontananza ragionando col cuore sempre acceso.
Offrire
il gesto, l’impegno, l’abbandono
come rito di comunione universale.
Ritrovare la memoria di chi siamo,
riconciliarci con l’esistenza,
essere felici.