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Assaporavo ad occhi chiusi la
dolcezza del vento che mi accarezzava il viso.
“Che cosa posso fare oggi per avvicinarmi a me?”
Ho preso un lungo profondo respiro.
C’è sempre possibilità del nuovo: il corpo me lo racconta lasciandosi plasmare dall’aria.
Poi ancora un ampio respiro,
come un richiamo alla coscienza perché io sia presente, perché non sprechi lo scorrere dei giorni assoggettata da un fare senza senso.
E un ultimo grande respiro
cosicché il mio essere resti aperto a questo flusso, a questo continuo ricevere, a questo continuo donare.
Senza sosta, senza condizioni. Tre respiri.
Tutto è così facile se lascio che questo incontro sia davvero come l’alba.