In questi giorni ho la mente occupata dai bambini. Rifletto sulle attività da fare con loro, diverse per età; sui bisogni di ogni singola squadra; penso a cosa mi raccontano, alle cose che mi chiedono, a cosa li entusiasma di più.
Mi piace porre loro domande semplici, abituandoli a restare piano piano in ciò che sente il cuore.
Qualche giorno fa parlavo con i grandi dei nostri pensieri. Sono rimasti stupiti nel sapere che ciò che pensiamo forma la nostra realtà, modifica il nostro corpo, diventa come agiamo nel mondo.
Alcuni più di altri hanno necessità di essere incoraggiati a provare, accettando il rischio di sbagliare, ma tutti hanno bisogno di imparare a guardarsi dentro, nel profondo, perché nel mondo della fretta e dalle facili soluzioni conoscersi per davvero aiuta a non perdersi.
Portare il lavoro corporeo e artistico per me è invitarli a prendersi cura di sé, dalla parte più fisica a quella più essenziale. È stimolarli a vedere nuovi orizzonti, a coltivare tutte le dimensioni del loro essere perché ciò che in loro è unico possa crescere e trovare la forma più giusta.