Quante volte avrei avuto bisogno di essere lì, in quello spazio tra le nuvole. Non per perdermi, no. Per non definirmi, per non fissarmi, per non limitarmi.
Occorre imparare a stare negli spazi, perché solo lì c’è novità, imprevisto, possibilità. È in quella dimensione ampia che lo yoga ci accompagna con la pratica. Lo stare tra i respiri, lo stare tra le forme del corpo, lo stare tra i pensieri, è un modo per guardare le cose e noi stessi con più libertà.
Così, un po’ per prepararci all’inverno e un po’ al Natale, in queste ultime lezioni di fine novembre ci stiamo abituando a sentire lo spazio dentro noi e lo spazio fuori di noi, in maniera diversa. È importante distogliere lo sguardo e ri-collocarsi in modo nuovo nella propria storia personale. È importante passare dalla causalità, alla propulsione. Dal “vedo solo una parte”, al tuffarsi tra le braccia di quello sfondo che sostiene ogni manifestazione. E da lì aprire il nostro sguardo affinché colga e accolga la moltitudine.