Impermanenza. È sempre stata una parola forte per me. Mi entrava nella pancia senza aspettare, ricordandomi bruscamente che nulla è stabile, che prima o poi tutto passerà.
È una verità così semplice da risultare quasi banale. Eppure non siamo mai pronti per un cambiamento. Il cuore non è mai equipaggiato abbastanza per vedere qualcosa spegnersi, interrompersi e finire. Che sia un rapporto, un periodo della vita, un’età, è la nostra reazione al cambiamento ad essere l’origine di ciò che in India chiamano duhkha, la sofferenza.
Osservavo con curiosità questo monaco immerso in un tempo tutto suo, contemplare il mondo di quel momento. Con quanta dolcezza, amore e comprensione guardiamo le cose della nostra vita trasformarsi?
Con quanta chiarezza ci rendiamo conto della nostra difficoltà di lasciarle cambiare? Con quanta compassione siamo capaci di osservare la nostra trasformazione?
Quando ci fissiamo facciamo una cosa davvero triste: lasciamo che un pezzetto di noi muoia. Cercando di mantenere fermo qualcosa che deve procedere lasciamo che in noi si spenga anche l’opportunità di rifiorire, di creare nuove opportunità, di far risplendere la libertà.
Che io sappia accogliere ogni fine per dare il benvenuto a ogni nuovo inizio. Che io sappia ringraziare ciò che è stato e con fiducia attendere ciò che arriverà. Che io sappia riconoscere le opportunità e la bellezza di ogni passaggio.
Le mie lezioni continuano su piattaforma Zoom.
Presto un nuovo piccolo percorso pensato per chi desidera conoscere la via dello yoga.?