Ascoltavo ieri i racconti di mia figlia sul primo giorno di scuola e riflettevo su quanto ci è chiesto in questo periodo. Ci vengono chieste tante attenzioni per preservare noi e gli altri. Ci viene chiesto un surplus di energia per portare avanti progetti e attività. Ci viene chiesta pazienza perché ci sono cose che dovremmo attendere ancora.
Come reagiamo ai cambiamenti? Ci siamo mai fermati per sentire se in noi emerge apprensione, paura, rigidità o accoglienza? Ci siamo mai fermati a sentire dove il nostro corpo riceve il cambiamento in arrivo?
A volte non è semplice capire che è la difficoltà ad essere la nostra pratica, che essa è un invito a risvegliare qualche parte nascosta di noi; che forse siamo chiamati a esporci, a conoscerci meglio, a non puntate sempre il dito.
Che questo periodo mi insegni a guardarmi dentro in ogni istante ad accorgermi di più; che mi insegni a maturare e a vedere sempre le opportunità in mezzo alle difficoltà.