“Nella trasformazione il punto non è come raggiungere uno stato più aperto, ma come accettarlo. L’energia è qui. Il nostro ruolo non è di farla apparire in noi, di fare in modo che ci attraversi, ma di lasciare che ci attraversi. Se non mi sottometto a questa azione il passaggio non avverrà. Di fatto più ci provo, più la strada è bloccata, e nulla può passare attraverso. La forza attiva e quella passiva sono sempre presenti in noi. Quel che cerca di essere attivo (il pensiero che vuole sempre qualcosa) ha bisogno di rimanere passivo. Allora l’attenzione può essere attiva”.
Qualche giorno fa ho chiuso gli occhi ed ho chiesto al mio corpo cosa volesse fare. Ne è uscita una danza lenta, femminile, sensuale. Ho annusato petali di rosa, preso i colori e ho lasciato che l’energia di quel momento prendesse la sua forma.
Quante donne sono presenti in me? A quante di quelle energie che mi abitano sono capace di dare spazio? Una pratica di yoga adatta alla donna non solo dovrebbe muoversi in sintonia con le diverse fasi che si alternano nel corso del mese, ma dovrebbe sostenerci e spronarci con tutti i suoi strumenti (movimento, respiro, meditazione, canto) a viverle tutte, senza riserve e senza timore.
Dovrebbe essere sempre un invito a lasciare il pensiero da parte per dare vantaggio al cuore.
Benvenute parti di me.
Benvenute tutte.
Possa il mio cuore amarvi così come siete.
Possano i miei occhi imparare a guardarvi con la meraviglia che meritate.
Possa la mia mente ascoltarvi senza interporre giudizio alcuno.