A volte ho paura di perderti.

In mezzo a cose quotidiane, al fare, ai figli, ho paura di non trovarti più. Poi ieri, mentre camminavo, quel rosso acceso lì, un cuore delicato e solo tra le spighe, me l’ha ricordato il mio dovere: alimentarti sempre, fuoco che sei in me. Perché non dimentichi che oltre a essere nella vita, sono chiamata anche dalla vita a essere per la vita.

Tapas è il nostro fuoco interiore. Tapas è l’impegno, la ricerca, l’intensità con cui ci mettiamo in ascolto di quel richiamo che da sempre ci invita a scoprire la strada che ci aspetta. Tapas è quella spinta che ci aiuta a fare i primi passi, è quel desiderio che ci esorta a procedere, accordandoci ogni volta al cuore, regolando priorità, bruciando ciò non c’entra più con la via.
Si racconta che l’intero universo sia sostenuto dal tapas di grandi saggi e santi; così mi piace immaginarlo come un fuoco immenso, accesso da tempo infinito, in cui poter abbandonarci nella gioia, ognuno al posto giusto, il suo.

Piccolo papavero cresciuto sul bordo di una strada, io ti ringrazio. Sei stato custode e maestro.
Non mi perderò.