Vorrei pregarvi di avere pazienza verso quanto nel vostro cuore si prospetta irrisolto e di avere care le domande stesse…Vivete adesso le vostre domande. Così forse, riuscirete a poco a poco, senza accorgervene, a giungere un giorno ad avere la possibilità di vivere le risposte. ” (R.M. Rilke, Lettere ad un giovane poeta)

Lo yoga è una via di pazienza. Non sempre la mente è disposta a mettersi da parte. Non sempre si è pronti ad essere umili servitori del corpo. Non sempre si è centrati, attenti, presenti. Per questo nello yoga si dice che si è sempre principianti, a qualsiasi livello. E’ un allenamento che inizia ogni volta quasi daccapo.

Qualcuno dice che nella pazienza si diventa “uno con il proprio cuore”, come sta scritto nel Vangelo; qualcun altro che la pazienza comporta lo “stare con”, il vivere interamente ciò che si presenta qui ed ora.  Io credo che pazienza sia una parola magica. Credo che crei la magia di aprire tutti i nostri sensi per permetterci di percepire un tempo senza inizio, né fine. Un tempo dove siamo chiamati non ad armarci di pazienza, ma a disarmarci, a spogliarci d’attesa, d’aspettativa.

Così con pazienza trasmetterò ai miei figli le cose importanti; con pazienza mi metterò in ascolto di chi è diverso da me e con la stessa pazienza mi rivolgerò alla mia interiorità senza pretendere subito di cambiare, di crescere, di fare o di stravolgere.

Oggi sono rimasta con l’irrisolto,
ho amato quell’irrisolto,
senza desiderare risposta alcuna.

Questa, oggi, è stata la mia libertà.

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