Forse non si tratta di riempire il tempo vuoto.
Forse si tratta di fare silenzio.
Si tratta di ascoltare quella voce lì, quella che ti sfugge sempre perché corri come un treno.
Quella che attraversa i muscoli, le ossa, gli organi.
Quella che vorrebbe uscire dai pori della pelle e chiederti dove stai andando.
Quella che vorrebbe cantare quando ti stai amando e che vorrebbe urlare quando invece non sai nemmeno cosa vuoi.
E allora siediti e ascolta, non ti serve nient’altro se non lasciare che il tutto che sei, canti finalmente la sua canzone.