Oggi ho coinvolto mia figlia in un lavoro che sto preparando per un approfondimento di yoga. Abbiamo scherzato e parlato e spesso in queste occasioni emergono ricordi divertenti di quando era bambina. Per me è un regalo quando mi dice di sì perché posso avvicinarmi al suo mondo interiore senza intralciarlo e posso farle conoscere il mio senza forzarla.
“Ogni età della vita nasconde un dono prezioso. Ricercarlo, quando si è adolescenti, non è un’ impresa così facile. Bisogna far spazio nel proprio cuore, occupato com’è dai giorni d’infanzia, e con immensa fatica crearne di nuovo. Bisogna mettere ordine tra le cose che ti hanno insegnato e quelle che vorresti esser solo tue. Bisogna rischiare, desiderare e fidarsi, perché ciò che sarai non sta scritto ancora da nessuna parte e il solo modo per scoprirlo è raccogliere tutto il tuo coraggio e partire”.
Rileggo queste parole che ho scritto in un post quasi due anni fa, dopo alcuni incontri di arte-espressiva con un gruppo di adolescenti.
Da genitori spesso dimentichiamo quanto sia difficile lasciare l’età delle sicurezze. Spesso dimentichiamo quanto sia doloroso vivere un mondo che ha perso il suo incanto per sempre. Spesso dimentichiamo che questo lutto ha bisogno di silenzio, di camere dalle porte chiuse a chiave, di musica ad alto volume, di cose “da grandi”.
Ho pianto, tanto. Ho ancora molte preoccupazioni , ma quando vi guardo, ragazzi miei, sento che sono chiamata a una fiducia più ampia, che abbraccia voi e abbraccia contemporaneamente la mia vita e la Vita intera.
Così, posso capirvi solo se mi metto in discussione, posso capirvi se colgo che dietro a un “no” c’è spesso un tentativo di staccarvi da me. E nella vostra solitudine, che a volte è anche la mia, riesco ad accorgermi che questa madre ha bisogno di continuare ad essere una donna felice.
Possa l’amore che provo per voi rendervi liberi.
Possa l’amore che provo per me lasciarvi andare.