Quando ho iniziato a fare yoga tanti anni fa, la mia maestra era già anziana e un po’ acciaccata. Non praticava insieme a noi. Ci guidava solamente, attenta a trasmetterci il suo grande sapere in quella piccola e accogliente stanza di casa sua, dove si respirava dedizione in ogni angolo.
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Non ho mai sentito il bisogno di cambiare insegnante, non ho mai pensato che non lo fosse solo perché se ne stava seduta a guardarci. Anzi, credo che questo imprinting sia stato un bene perché fin da subito mi ha permesso di non attaccarmi all’idea dell’asana perfetta e di non voler modellare il mio corpo col fine di portare le gambe oltre la testa. .

E allora ci si in-forma per tras-formarci, perché l’Essere che siamo è al di là delle forme, al di là dei pensieri, al di là delle paure. E nel fragore di tanta confusione l’Essere che siamo vede sempre e solo pace e bellezza.