Ricordo con un sorriso i miei pensieri durante le prime lezioni da allieva. Ho avuto la fortuna di avere un corpo flessibile fin da bambina, così tutto mi sembrava facile ed estremamente lento. Mi sono chiesta varie volte all’inizio se non fosse il caso di ricominciare a fare la solita ginnastica. Eppure ho continuato perchè intuivo che dietro a quei piegamenti, torsioni e posizioni a testa in giù, c’era tutto un mondo da scoprire e questo mondo partiva sorprendentemente da me.

Al di là della forma che il nostro corpo può assumere, con tutti i suoi significati simbolici e i benefici fisico-energetici, come mi rapporto io a una posizione? Come entro nell’asana, come la sciolgo? Come ci resto? E’ il rapporto che abbiamo con essa, e più in generale con tutta la pratica a riflettere il nostro vivere quotidiano.

Ogni volta per me è sempre un nuovo inizio. Basta così poco per allontanarsi da sè. Così mi siedo sul tappetino, accolgo la forma che il mio corpo assume e lì, come sono oggi, mi fermo.

Questo fermarsi al punto giusto – nè troppo, nè troppo poco – è la più alta forma d’amore verso noi stessi.  Mi fermo per accogliere e per trasformarmi, perchè i miei confini diventino malleabili e lascino spazio alla vita che è in me. Solo nello stare posso percepirla ed imparare ad essere fedele al mio centro, al suo richiamo. Nella fretta non c’è consapevolezza, non c’è ascolto, nè comprensione. E’ una staticità dinamica quella dell’asana. Sono ferma ma scopro che dentro un mondo intero si muove. Cuore, respiro, sangue, sensazioni, pensieri: uno splendido intreccio dove ognuno ha la sua voce.

Ecco che l’asana è un forma-Re, un formarmi nella mia regalità -di chi sono, di come sono, di cosa sento- così che io non possa più sfuggire da questa. E lì, nell’asana, mi abbandono per diventare uno spazio aperto che accoglie il mio essere in cambiamento anche quando non vorrei e mi permette di accogliere chi è diverso da me.

Rimango per poi ripartire cambiata. Tutto se colto in ogni dettaglio diventa universo per conoscersi e volersi bene.