Io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo e non lo so dire, io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire” (M. Gualtieri)

Tanta bellezza sta abitando questi giorni di vacanza. Tanta intensità e diversità.

Mi sto accorgendo sempre di più di come lo stare davanti alla grandezza sia diventato un bisogno primario per me. Una necessità quasi urgente. L’elemento prezioso che mi fa sentire nel posto giusto.

Forse in realtà lo è sempre stato, fin già da quei teneri momenti sul pontile della mia giovinezza, ma oggi ne sono indubbiamente più consapevole.

Se torno dalle vacanze e in qualche modo non ho respirato l’infinito, se non ho provato ad immergermi in qualcosa di più grande e a riconoscere che quel qualcosa sta anche in me, sento di aver perso qualcosa di importante, di aver buttato l’occasione di un ritorno all’origine, alla vera casa.

Tutti abbiamo bisogno di questa ricerca di appartenenza, di percepire quel qualcosa di tremendamente vasto e misterioso che sta lì fuori ma che è inscritto anche nella nostra intima struttura. Quel qualcosa che ci fa sentire contemporaneamente tanto piccoli ma profondamente amati, tanto grandi ma continuamente bisognosi.

E in questi giorni, passati tra mare e montagna, godendo di albe, tramonti e cieli stellati, senza aver parole mai abbastanza giuste per poterlo esprimere, mai abbastanza piene di gratitudine per il mondo e per questa vita…

Io appartengo all’Essere e non lo so dire.
Io appartengo all’Essere e lo so sentire.