“Hai mai visto nella tua vita
qualcosa di più meraviglioso del modo in cui il sole, ogni sera, rilassato e agile,
galleggia verso l’orizzonte e tra le nuvole o le colline o il mare increspato, e scompare–e come scivola di nuovo fuori dall’oscurità, ogni mattina, dall’altra parte del mondo,
come un fiore rosso.”
Osservando il tramonto mi sono tornate alla mente le parole di una poesia che ha accompagnato la nostra pratica all’aperto.
Mi piace così tanto quando in maniera semplice e diretta la poesia ci fa fermare e riflettere, portandoci alla presenza e alla concretezza delle cose. E quando lo fa non è solo per accompagnarci a godere del presente, a non desiderare qualcosa di più o di diverso dai doni che già abbiamo intorno a noi. Quando lo fa è perché vuole farci accorgere di quanto siamo affaticati e in lotta; di quanto spesso siamo desiderosi di raggiungere la nostra idea di felicità invece di gustare e amare la vita per com’è, senza volerla cambiare.
Così, da una scogliera selvaggia e lontana da casa, ho ringraziato quel sole che mi insegna a rispondere solo alle leggi più alte; ho ammirato quel fare che non necessita variazioni né aggiustamento alcuno.
Forse il guarire sta tutto qui: nulla da correggere, solo da fluire.