Uno dei doni più grandi che riceviamo dall’India è sicuramente quello di aiutarci a contattare la nostra interiorità.
Veniamo accompagnati, come se fossimo presi per mano, e incoraggiati a ritrovare il nostro centro senza stancarci mai.
“Pratyāhāra” ci viene detto come prima cosa, cioè: “controlla i sensi ed entra in te”.
Chiudere i sensi non ci serve per fuggire dal mondo, per distogliere lo sguardo da ciò che ci fa male o da ciò che vorremmo diverso.
Chiudere i sensi ha uno scopo ben preciso e potentissimo: quello di non cedere alla continua distrazione che ci allontana dal profondo di noi.
Siamo distratti ogni volta che ci lasciamo portar via da quella superficialità che non serve, da un fare riempitivo, dal dire degli altri; ma siamo anche distratti dalla nostra stessa mente, dalla rigidità e dalle paure del nostro stesso io.
Pratyāhāra è un invito temporaneo e necessario.
Non dobbiamo infatti isolarci dalla società. Non dobbiamo disinteressarci dei nostri compiti e dei nostri ruoli.
Abbiamo piuttosto l’opportunità di ritrovare l’essenza della Vita così da rientrare nel nostro quotidiano portando maggior consapevolezza, un sano giudizio, delle scelte ponderate che sono in armonia con tutto il resto.
Pratyāhāra: raccoglimento e apertura.