Hai mai ascoltato veramente il fluire della vita dentro di te? Hai mai osservato con contemplazione come il respiro si muove o come abita i diversi spazi del tuo corpo? Hai mai percepito le fasi del respiro raccontare qualcosa d’altro, qualcosa di più di un semplice atto meccanico? Qualcosa di meraviglioso che ha a che fare con l’origine del nostro essere qui?

La pratica del respiro, chiamata prāṇāyāma, è insieme una pratica energetica, mentale e spirituale.

È energetica perché prāṇā-a-yāma, come un gioco di parole, ci racconta che se allunghiamo, controlliamo, modifichiamo il nostro respiro, possiamo aumentare l’energia vitale (Prāṇā) che ci abita e che abita il mondo.

È mentale perché più conosciamo il nostro modo di respirare, più dialoghiamo con l’inspiro, l’espiro e le pause, più diventiamo capaci di modificare certi stati d’animo e alleggerire i pensieri.

È spirituale perché il respiro ci racconta una ciclicità preziosissima. Riceviamo (l’inspiro) e doniamo (l’espiro). Non possiamo trattenere nulla per noi. né aggrapparci a nulla.

Siamo strumenti in cui il soffio divino scorre.
Siamo da lui abitati e a lui collegati.

E siamo liberi.
In questa straordinaria danza dell’accogliere e del lasciare, senza rendercene conto, siamo davvero liberi.