Questo corpo.

Questo corpo che tanto amiamo o detestiamo.

Questo corpo che racconta la nostra storia smascherando la nostra intimità. Che traccia la strada da seguire perché la mente non vuole obbedire.

Questo corpo con cui costruiamo le posizioni credendo che sia lì tutto il gioco.

E invece, “āsana”: il nostro accomodarci tra muscoli e ossa per seguire solo l’infinito.

Ancora mi sorprendo di quanta finezza ci sia nel farci usare la nostra casa di carne senza identificarci con lei.

Corpo bello.

Qualunque sia la tua forma.

Qualunque sia la tua età.

È un sussurro sottile il tuo messaggio, come la pelle, potente come il cuore:

“Non dimenticare chi sei.”