“La verità ha bisogno di un grande vuoto, di un silenzio in cui poter prendere dimora, senza che nessun’atra presenza si mischi alla sua, falsandola.”

Quando ho letto queste parole in uno dei testi della filosofa Maria Zambrano non ho potuto non pensare a quante volte nel corso della vita io abbia cercato la mia verità in luoghi così affollati e rumorosi e di quante altrettante volte io l’abbia persa in risposta ai doveri, invece di tenerla stretta me.

Capita di parlarne a lezione, perché satya, la verità, è una delle virtù che sta all’inizio del sentiero dello yoga. E capita di parlarne con chi desidera fare qualche incontro personale per condividere con me momenti delicati o il semplice desiderio di conoscersi di più e stare meglio.

La verità è una terra così intima che ha bisogno di silenzio, pazienza e perseveranza per essere conosciuta o forse –chissà- riscoperta di nuovo in questa vita.
Nessuno può fare per noi. Nessuno ha il diritto di giudicarci o di fornirci soluzioni.

Ci sono persone e pratiche che possono aiutarci a portare chiarezza, questo sì, perché spesso ciò che ci manca è la capacità di dare ascolto al profondo, di mettere ordine e di togliere via ciò che non c’entra più con noi.
Ma poi il viaggio è squisitamente personale perché la nostra verità va continuamente sentita e successivamente incarnata.

A chi ha incrociato la sua ricerca con la mia; a chi in questo momento sta cercando accanto a me; a chi mi ricorda da lontano on affetto raccontandomi di nuove partenze e nuovi inizi.

Com’è bello non sentirsi mai soli.