Avevo voglia di farmi girare ancora dentro quelle parole citate a lezione; quelle cinque tappe (yama) che danno il via al sentiero dello yoga: non violenza, veracità, onestà, temperanza, assenza di avidità.
Ci viene ricordato dai maestri di essere così con gli altri in tutti i momenti, in ogni luogo, in qualsiasi condizione, in una parola: sempre.
Sono indicazioni precise che scuotono dentro se sappiamo fermarci abbastanza da cogliere quanto quella sottile logica dell’amore interessi prima di tutto noi.
Mi sono chiesta spesso in questi giorni: quando e perché non riesco ad essere così?
E mentre cercavo le risposte è arrivata come un fulmine un’ altra domanda: quanto riesco ad esserlo con me?
Se mi amassi davvero sempre con rispetto, se fossi sincera con me tanto da dichiarare a gran voce i miei bisogni e il mio sentire; se mi dessi il valore che merito, se riuscissi a mettere i giusti confini così da non sprecare la mia energia, se -infine -fossi in ogni istante grata alla vita e al mio cuore di come sono, forse sarebbe davvero semplice e spontaneo essere così anche con gli altri.
Raffinato Patañjali in questo continuo gioco di interconnessione.
Le leggi dell’umano sono davvero molto semplici: Amarci per Amare.