“Unificato son io, veramente indiviso,
unificata la mia anima,
unificata la mia vista, unificato il mio udito,
unificato il mio respiro -inspirazione ed espirazione – unificato è il mio respiro ininterrotto Unificato , veramente indiviso son io,
io tutto intero” (Atharva Veda, XIX, 51)
I primi versi di una delle tante preghiere dedicate alla realizzazione dell’essere umano in quell’avventura speciale che è la vita.
Che cosa vuol dire essere completi?
Negli antichi testi dei Veda si parla di pienezza dell’uomo sempre riferendosi all’integrazione sia delle sue parti interne che del suo essere nel mondo.
L’uomo realizzato non è chi ha solo una mente pura e un corpo sano, ma chi è riuscito a far cadere illusioni, a superare il dolore, a guardare al bene comune integrando in sé i valori più alti che ci contraddistinguono.
A cosa serve lo yoga se non ci rende unificati e presenti a noi stessi e al mondo?
Ripenso a quante belle persone mi circondano e da cui imparo tantissimo.
Ripenso ai veri maestri, a coloro che mi insegnano con semplicità e direzione la vita indivisa.
Rileggo questi versi e mi lascio volentieri un po’ scuotere.
Ho ancora tanta strada da fare, ma sto camminando e ne sono felice.