È successo anche in queste due ultime settimane.
A volte arrivano dei doni inaspettati dalla nostra pratica. Piccole consapevolezze che non si raggiungono con lo sforzo, la fatica o il ragionamento, ma piuttosto lasciandosi andare, dando la possibilità al cuore di parlarci e raccontarsi.
E’ per questo che ci impegniamo in una pratica che non si ferma al tempo di una lezione, ma continua nella quotidianità, negli alti e bassi delle nostre vite e lentamente plasma il nostro modo di vedere e accogliere le cose.
Per me è come assistere a dei piccoli miracoli, è la dimostrazione chiara e bellissima di quanto poco ci occorra per tornare a noi.
Allinearci con ciò che c’è, provando a stare oltre la polarità, oltre il giudizio, senza decidere se una cosa è buona o cattiva, giusta o sbagliata, ma piuttosto riuscendo a vedere il tutto come le innumerevoli espressioni della vita è davvero una grande prova di coraggio e di fiducia.
È aprirsi a un ordine più alto.
E’ sentire, oltre le corazze, quel seme caldo nel cuore pulsare di felicita.